Il talentino scozzese, nel giorno del media event a lui dedicato, ha rassicurato i tifosi gialloblù
È uno dei potenziali crack gialloblù Liam Henderson, centrocampista classe ’96 arrivato dal Bari durante l’ultima sessione di calciomercato estiva.
Intervistato dai giornalisti accorsi per la sua presentazione, il neo-giocatore del Verona ha parlato di sé. della sua nuova avventura e del poco convincente avvio di stagione dell’Hellas, tranquillizzando tuttavia i tifosi preoccupati dopo le non esaltanti prestazioni con Catania e Padova.
Di seguito le sue dichiarazioni principali.
Come mai sei qui a Verona? Che differenze hai trovato con Bari?
«Scegliere di venire qui è stato facile, e la presenza di Fabio Grosso è stata determinante: sono in Italia da soli sei mesi, quindi ho optato per restare con un allenatore che già conosco e con cui ho un ottimo rapporto. Sono in una grande squadra con un progetto interessante, essere qui mi rende molto euforico. Con Bari non ho trovati grandi differenze: sono entrambe città bellissime con tifosi molto caldi».
Secondo te questa squadra ha le carte in regola per andare in Serie A?
«Noi dobbiamo pensare solamente di partita in partita: ogni settimana, quello che andiamo ad affrontare è il match più importante e impegnativo. L’anno scorso la squadra più forte, che a mio avviso era il Palermo, ha mancato l’obiettivo, quindi noi dobbiamo cercare di rimanere concentrati e non pensare ad altro».
Con la Juve Stabia siete partiti bene, poi c’è stato un calo: da cosa dipende? Carichi di lavoro troppo pesanti? Oppure manca un po’ di grinta?
«In Serie B ogni partita ha una storia a sé, non esistono gare semplici. All’inizio è più difficile per tutti, per fare un esempio anche i campioni del Manchester City sabato hanno pareggiato contro il Wolverhampton, una squadra neo-promossa. Non credo manchi la grinta, domenica abbiamo dato tutti il 100%, l’unica cosa che ci è mancata è stata un po’ di qualità nel finale di partita. Siamo un bel gruppo, una squadra forte e molto affiatata che lavora ogni giorno per migliorarsi: col tempo i risultati arriveranno. In fondo, per tutte le cose belle ci vuole un po’ di tempo…».
La tua capacità di abbinare quantità e qualità ti permette di giocare ovunque in mezzo al campo. Ma qual è il tuo ruolo preferito?
«Io amo giocare la palla in mezzo al campo, ed è anche per questo che ho scelto il campionato italiano, più tecnico e tattico rispetto a quello scozzese. Comunque so adattarmi molto bene, quindi giocherò dove mi schiererà il mister. Se servisse, giocherei anche in porta!».
Per la tua capacità di combinare qualità e quantità, a Bari ti hanno soprannominato “l’highlander dai piedi brasiliani”. Ti ritrovi in questo soprannome? E hai un giocatore di riferimento?
«Mi piace molto questo appellativo, anche se non so se sia o meno un nomignolo scherzoso. Io comunque sono sempre stato educato sin da piccolo a dare il massimo in tutto quello che faccio, quindi quando scendo il campo cerco sempre di dare il 100% sia sul piano della qualità che su quello della quantità. Per quanto riguarda il giocatore di riferimento, non ho dubbi: sin da piccolo il mio idolo è stato l’attuale tecnico dei Glasgow Rangers, Steven Gerrard!».