Il franco-algerino, nato punta nelle giovanili dell’Hellas, è stato schierato in vari ruoli, dalla difesa all’attacco. Ma qual è il vero Fares?
Senza dubbio Mohamed Fares è un giocatore poliedrico. Come racconta l’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, in questa stagione Pecchia ha schierato il francese naturalizzato algerino in varie posizioni: da terzino sinistro a esterno d’attacco, da seconda punta a centravanti di manovra. Ma la domanda è: qual è il vero Fares?
Fin dai suoi tempi con la Primavera dell’Hellas, con la quale raggiunse la finale del torneo di Viareggio perdendo con l’Inter, la sua identità tattica è rimasta un mistero.
PRESENTE. Nell’ultima gara, vinta dall’Hellas contro il Cagliari, Pecchia l’ha schierato in attacco: un falso nueve che ha offerto supporto in attacco così come alla fase difensiva grazie alle sue doti nella corsa. Una prova di sacrifico condita comunque da colpi pregiati, come il colpo di tacco con cui è andato quasi in gol e la ruleta che ha lasciato sul posto mezza difesa del Cagliari.
La stessa posizione offensiva era stata ricoperta da Fares nella partita finita a reti inviolate contro il Crotone alla seconda di campionato. In quel caso prendeva il posto dell’escluso Pazzini, e la scelta di Pecchia non fu certo apprezzata dai tifosi.
TERZINO O ALA? Principalmente Fares è stato impiegato però da terzino sinistro. Il primo schierarlo in quella posizione fu nel 2016 Gigi Delneri, che lo vedeva adatto a quel ruolo. Il tempo per trasformare un attaccante in difensore però era troppo poco e la squadra navigava in acque burrascose, e Fares non riuscì certo a mettersi in mostra.
Lo stesso esperimento fu poi ripetuto da Pecchia nella passata stagione, con risultati alterni. A proposito di Fares Gigi De Agostini commentò: “L’importante è che non perda le caratteristiche migliori che ha. Se può spingere lo faccia. Non dipende soltanto da lui, ma anche dagli equilibri tattici della squadra“.
Nella sua unica apparizione con la nazionale algerina (contro il Camerun nelle qualificazioni al Mondiale di Russia 2018) il mancino gialloblù è stato schierato da ala, ruolo che aveva già ricoperto sia con Delneri che con Pecchia.
Da terzino il meglio lo dà quando può salire e attaccare. Gli automatismi nella linea a quattro di difesa non vengono naturali a un giocatore nato come punta, e che in quel ruolo ha trascinato in passato in passato le giovanili dell’Hellas.
Riuscirà Pecchia a interpretare e sfruttare al meglio le caratteristiche del franco-algerino per renderlo un’arma in più nella corsa alla salvezza?
