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ESCLUSIVA – L’Inter, il Verona e quella volta che Gianni Bui chiese scusa ai tifosi

L’ex attaccante gialloblù si è raccontato ai nostri microfoni in vista del match in programma contro i nerazzurri

Una piccola pausa e poi via nuovamente a lavorare con la testa a Milano. C’è da riscattare, in una terribile trasferta, la prova tremenda con l’Atalanta.

Davanti ci sarà l’Inter impegnata nella corsa ad un posto Champions. Pronostico blindato? Certo, ma l’Hellas dovrà fare la prestazione. “Dobbiamo provarci” si è lasciato andare Pecchia, “in tutte le gare, poi negli scontri diretti vedremo”.

SILENZIO STAMPA. Uno striscione a Peschiera del Garda campeggiava con la scritta: “Silenzio Stampa”. Nessuna rivendicazione e nessuna polemica dei tifosi gialloblù al campo di allenamento ma, pare, un’esortazione nei confronti del club che ha promesso molte cose che finora, stando ai tifosi, non si sono avverate.

QUELLA VOLTA CHE… Magari anche qualche giocatore gialloblù farebbe bene a starsene zitto, o quanto meno a chiedere scusa. Una cosa che fece un grandissimo ex attaccante scaligero: Gianni Bui. Correva l’anno 1969 e quella fu forse l’unica volta che l’Hellas sfiorò l’impresa a San Siro. Mai infatti, nonostante una marea di pareggi, i gialloblù sono riusciti a battere i nerazzurri al Meazza.

BUI RACCONTA. La torre dei ricordi va a ruota libera. «Quella volta l’ho combinata grossa», ricorda. Era dicembre, il 28 dicembre 1969, l’Inter di Heriberto Herrera, il Verona di Renato Lucchi. Di Bui e Clerici, Maddè e Mascetti, Battistoni e Mascalaito. «Andiamo a San Siro e il Verona non era mai riuscito a vincere», riprende Bui sul filo dei ricordi. «Giocammo una buona partita” racconta Bui, “eravamo zero a zero a tre minuti dalla fine. l’Inter, rabbiosa per un risultato che non si sblocca. Al punto che il mio amico, tra l’altro veronese, Mariolino Corso, perde le staffe e offende l’arbitro Michelotti”. Subito dopo Suarez stende Clerici, grande attaccante brasiliano: rigore. L’Inter assedia Michelotti, che non si lascia intimorire. «Se avessi avuto paura, non avrei fatto l’arbitro», assicura. Michelotti è irremovibile. Per calmare le acque, Michelotti espelle Corso, che nella bagarre non stava certo zitto. Su San Siro scende il silenzio. E qui la palla torna a Gianni Bui. «I rigoristi designati siamo siamo io e Clerici. Io guardo il Gringo, il Gringo guarda me. «”Gringo”, gli dico, “tiri tu?”». Clerici scuote la testa. «No, Gianni, sono un po’ stanco, fallo tu». Io vado. Prendo la palla, la metto sul dischetto. Guardo Vieri, è fermo in mezzo alla porta. Prendo la rincorsa, calcio, ma sono stato un pollo … ». Bui sorride a distanza di quasi cinquant’anni. «Non lo calciai neanche così male, ma vidi che Vieri si allungava alla sua destra. Capii subito che me l’avrebbe parato. Ci arrivò con la punta delle dita, fu più bravo di me». Finì zero a zero. «Mi ricordo che da tre-quattro domeniche, Enzo Tortora mi chiamava per avermi ospite alla Domenica Sportiva” prosegue Bui, la DS quella vera. “Gli avevo sempre risposto di no. Quella volta andai. Eravamo d’accordo, giocavamo a Milano, “vengo”, gli avevo detto. Non ne avevo voglia, immaginatevi come mi sentivo dopo aver sbagliato il rigore della vittoria… Però, non potevo tirarmi indietro, non sarebbe stato giusto». Gianni Bui va. «Mi sembrava giusto chiedere scusa ai tifosi del Verona e lo feci davanti alla tv, davanti a tutti. Dissi a Tortora, «se avessi segnato non sarei venuto …». Bui ora vive a Pavia e quando può fa una scappata a Verona. “Città meravigliosa, gente fantastica ma il mio Hellas è proprio giù”. Si lascia scappare il bomber di Serramazzoni. “Per me il mio compaesano Luca Toni in questi anni ha coperto un sacco di magagne, mi sbaglierò. Comunque l’Inter non è imbattibile e poi si va a Benevento. Per me la salvezza del Verona passa dalle partite in casa con Cagliari, Spal e Sassuolo. Quelle non sono da sbagliare. Speriamo. Ho detto a mia moglie che se ci salviamo torno al Bentegodi”. Una risata ed un saluto affettuoso al primo idolo delle “quasi Brigate Gialloblù”. Famoso il coro quando scendeva in campo o segnava al Bentegodi: “È lui, è lui… È Gianni Bui”.

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Ricci lorenzo
Ricci lorenzo
2 anni fa

Ero presente a San Siro quel giorno ed avevo 11 anni ed era la mia prima partita che andavo a vedere accompagnato da un mio zio e già in quei tempi potevamo cantare PAZZA INTER AMALA

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6 anni fa

mamma mia se.mi ricordo…?

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6 anni fa

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