L’attuale allenatore dell’Universitario de Deportes, è tornato a parlare dell’esperienza al Mondiale 1990 col suo compagno Claudio Caniggia.

Intervistato dal canale sudamericano Teledeportes, l’ex centrocampista dell’Hellas Verona, Pedro Troglio, è tornato a parlare dell’esperienza al Mondiale Italia ’90, rivelando alcuni aneddoti condivisi col suo compagno di stanza Claudio Caniggia, anche lui ex Hellas.

La limousine in ritiro? “Era comico perché non aveva orari. Mentre noi potevamo vedere i nostri familiari dalle 17 alle 19,  la moglie di Caniggia arrivava sempre alle 22. Una sera Mariana (sua moglie) entrò con una limousine dove alloggiavamo e Claudio andò da lei. Io avevo la sfortuna di sapere cosa faceva ma dovevo mantenere il segreto. Quando venne il Profe Bilardo a bussarmi alla porta per sapere dove stava Caniggia risposi che probabilmente si trovava in un’altra camera, ma lui mi disse che aveva già controllato e non c’era. Allora risposi che probabilmente era andato in cucina. Passarono dieci minuti e Bilardo tornò dicendomi che non era nemmeno lì. Dopo di che il preparatore atletico vide che la limousine parcheggiata nel cortile si muoveva. Così si avvicinò, bussò al finestrino oscurato e sbucò Caniggia tutto spettinato e sudato che gli disse: “Scusi Profe vengo via subito”.

Il motivo dell’esclusione dall’esordio a Italia ’90? “Due giorni prima del debutto contro il Camerun, Bilardo alle 1 di notte entrò in camera mia e di Claudio, trovandoci a giocare al Nintendo e s’infuriò tantissimo. Il giorno dopo nella partitella di allenamento io segnai tre gol e Claudio due, ma non bastarono per fargli cambiare idea. Lui dice di no, ma noi siamo sicuri che non giocammo per quel motivo”.