Calcio Hellas
Sito appartenente al Network
Cerca
Close this search box.

Hellas operaio, ma in corsia di sorpasso: obiettivo salvezza

Il Verona si è trasformato e quella che tutti davano come uno scioglimento delle righe era in realtà una corsa alle armi

NON ERA ROTTAMAZIONE – Il Verona ha collezionato sei punti nelle ultime due partite, bottino pieno di cui si va a cercare il merito e, per una volta, forse è proprio di Fabio Pecchia. Ormai non è più l’uomo che deve “fare le valigie“, ma l’unico, visto ormai il momento di stagione e le caratteristiche della squadra, adatto a questo Verona.

Ne abbiamo parlato in radio con i colleghi di Pianeta Strega, oggi questo ragionamento compare anche su L’Arena: il Verona è profondamente cambiato, rispetto a quello della prima parte di stagione, e l’aria di disfattismo e rottamazione che si respirava durante il mercato di gennaio è invece il fumo che esce dalla macchina motrice di un Hellas che ha lasciato perdere il giro palla e pensa solo a correre.

La Società ha lavorato nella riparazione per offrire a Fabio Pecchia una squadra con le caratteristiche che lui stesso ha chiesto. Chiaro, non può una squadra come il Verona avere la pretesa di puntare al nome di un giocatore, ma può certo mettere al servizio dell’allenatore dei calciatori con caratteristiche spiccate e proprie del gioco imposto.

MINISTRO DELLA DIFESA – Il primo reparto a consolidarsi, e a distaccarsi da quanto pareva ovvio sulla carta d’inizio stagione, è quello difensivo. Caracciolo è il simbolo di un Verona trasformato: lui sembrava destinato a una stagione totalmente in ombra, invece si è fatto spazio nei buchi della retroguardia gialloblù, sfruttando centimetri e attenzione. Nonostante qualche errore il guadagno è sotto gli occhi di tutti, tant’è che, nel limite del possibile, la difesa vista contro il Chievo e contro il Toro sarà fino alla fine dell’anno quella titolare.

ATTACCATI ALLA CORSA – L’attacco sembrava in confusione. L’addio di Pazzini ha fatto gridare allo scandalo ma Pecchia aveva già capito in che modo giocare. Rapidi, contropiedisti, cinici. Ragazzi giovani come Kean e Petkovic che, seppur prime punte, possono giocare anche larghi. Machiavellicamente il fine giustifica i mezzi e il fine, per l’appunto, è un attacco che pensa meno a tenere alto il pallone, come accadeva anche con il primo Kean di stagione, e più a salire con tre uomini allo stesso momento per creare superiorità immediata e mettere in difficoltà gli avversari. Un gioco totalmente diverso, cambiato in corsa perché quello precedente non funzionava, e attenzione: contro il Chievo mancava l’unico vero grande incursore di centrocampo di questa squadra, ovvero Romulo, anche se un simile lavoro sulla fascia riesce a farlo anche Matos, aspettando Aarons.

CENTROCAMPO: DA 3 A 2 – La mediana è la chiave di volta, o di rivolta. Il centrocampo era l’unico reparto che funzionava a inizio stagione, unica causa dei primi pareggi (su tutti lo 0-0 in casa con la Sampdoria). Era filtro più che impostazione, ma i palloni passavano dal regista, Zuculini o Fossati di turno, in fase di costruzione. Questo finché il sistema non è collassato e l’inconcepibile record di Zucu come migliore interditore d’Europa non è andato a farsi friggere: l’argentino è andato in escandescenza e il suo temperamento ha rovinato molte partite (su tutte il 3-2 nel derby d’andata).

L’Hellas ha cambiato in due fasi: sistema e uomini. Pecchia è passato a un centrocampo a due, rinunciando a Romulo come mezz’ala, anche se dei frutti li portava, e lo ha ributtato sulla fascia. La coppia si è dunque abbassata, diventando scudo di una difesa che era in netta difficoltà. Il cambiamento ha giovato a tre giocatori in particolare e forse, a breve, anche a un quarto. Alcune volte ci si scorda del vergognoso Buchel di inizio stagione: il ruolo da mezzala sembra quello a lui più indicato, viste le doti tecniche e quel calcio che, anche sabato, è riuscito a scaldare ben benino le mani al portiere. La corsa inganna: non è ottimo in inserimento, aveva fatto male in quella posizione anche ad Empoli, ma ora da mediano è prepotente e quando prende palla sa macinare campo.

Valoti è l’uomo che lo costringe, nel nostro immaginario, alla panchina: lui è apparso titolare nella mente di Pecchia. La spiegazione del perché sia proprio Valoti va ricercata nel nome del terzo centrocampista della nostra storia. Simone Calvano sembrava ormai anni luce distante dai grandi palcoscenici e invece eccolo, nella mediana della squadra che lo aveva accolto anni fa. C’è voluto solo il coraggio di buttarlo nella mischia. Un giocatore stilisticamente brutto da vedere, almeno quanto una Panda in una concessionaria BMW, ma lui non si ferma mai. Zuculini era un buon contadino, ma poi è arrivata la stagione della mietitura e si è messo a falciare un po’ a casaccio. A Calvano riesce meglio, forse perché è nato proprio con quella vocazione. L’Hellas ha perso indubbiamente molto in fase d’impostazione, il nuovo interditore si perde qualche volte dei palloni sanguinosi, ma corrette quelle sbavature è un tócco di polmone grosso così per il Verona.

Valoti è dunque il suo giustapposto, arriva dove Calvano non riesce ad arrivare ma non fa quello che Calvano riesce a fare. Dà una mano e fa il suo quando c’è da difendersi, ma è nato molto più offensivo. La doppietta contro il Toro dimostra che le licenze dei mediani dell’Hellas non sono così ristrette e che, quando c’è campo e l’attacco riesce a correre, dietro di esso c’è un ex trequartista che mette in luce tutto quello che ha imparato.

Errata corrige: l’attacco è meno attento a tenere il pallone? Petkovic allora cos’ha fatto durante tutta la partita contro il Chievo? Ennesima dimostrazione di un giocatore che mette a disposizione il suo ruolo naturale per un gioco differente, più dinamico e operaio. A proposito di operai, il Franco Zuculini entrato nel derby ha fornito un ottima impressione a chi lo dava per finito dopo l’infortunio. Va bene il rientro, ma farà il quinto o sesto centrocampista… Nossignore, quell’uomo può dare una grossa mano ed è lui, forse, il quarto della nostra storia. Poi cantano una vita da mediano, ma l’unico che ha il diritto di farlo è Calvano, che non ha i piedi buoni come gli altri ma i palloni sa recuperarli. Zuculini senior è il suo braccio destro, con qualche dote in più d’impostazione ma una rogna in corpo che è nel sangue degli Zucu (l’importante è moderarla).

IN CORSIA DI SORPASSO – L’Hellas è sempre una Panda, ma Pecchia ci ha messo sopra tante di quelle corazze che ora sembra un carrarmato. Quando però mette la freccia e va in corsia di sorpasso questa brutta squadra si leva i blocchi di ferro e inizia a correre. Un modo totalmente diverso di salvarsi, l’unico disponibile, l’unico che finora ha regalato due vittorie consecutive.

Subscribe
Notificami
guest

5 Commenti
più nuovi
più vecchi più votati
Inline Feedbacks
View all comments
Commento da Facebook
Commento da Facebook
6 anni fa

Tecnica va bene, qualità anche, cuore pure… ma vuoi metterci anche una generosa dose di culo?

Commento da Facebook
Commento da Facebook
6 anni fa

Alla base del calcio c è tecnica e qualità ma se non ci metti il cuore non vai da nessuna parte sempre forza Hellas

Commento da Facebook
Commento da Facebook
6 anni fa

Onorare Sempre la nostra gloriosa maglia sudore grinta tanta corsa!

Commento da Facebook
Commento da Facebook
6 anni fa

Quello che vuole il popolo dell’hellas è la grinta,il provarci sempre e comunque,il…LOTTARE

Commento da Facebook
Commento da Facebook
6 anni fa

Lo dicevamo e lo dicevate tutti ….ma è da 2 partite che giocano cm una squadra di serie B cn gli attributi…solo continuando così c salviamo

Articoli correlati

Tutti gli impegni delle squadre coinvolte nella bagarre per non retrocedere...
Il 20 marzo 2009 la tragica scomparsa di una delle figure più importanti della storia recente gialloblù...

Dal Network

Con Immobile vicino all’addio dopo 8 anni, l’allenatore croato pensa all’argentino ...
Le dichiarazioni del terzino rossoblù in vista della sfida salvezza contro i gialloblù ...

Altre notizie

Calcio Hellas