L’ex centrocampista del Verona è stato tra i primi a chiedere il rinvio della giornata di campionato, dopo la notizia della morte di Astori
Dopo la tremenda tragedia che ha colpito il mondo del calcio la scorsa domenica, l’improvvisa scomparsa di Astori, per circa un’ora la Serie A si è domandata se era il caso di continuare il programma della giornata di campionato con la fascia al braccio per il lutto appena subito o sospendere tutte le partite. Fortunatamente ha trionfato il buon senso e la seconda opzione è stata quella scelta infine, chi però si è messo in gioco subito per attuarla è stato Damiano Tommasi, presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, il quale a pochi minuti dal tragico fatto si è precipitato dal presidente del Coni Giovanni Malagò, per chiederne il rinvio.
A margine dell’incontro “Come alimentare i sogni” al Teatro Asta di San Giovanni Lupatoto, l’ex centrocampista di Roma e Verona tra le altre, si è fermato a parlare d’episodio ai microfoni de L’Arena: “La scelta di non giocare e di rinviare le partite, credo sia stato già un segnale chiaro e preciso di cosa abbia lasciato nella famiglia del calcio la scomparsa di Davide Astori. Una scelta condivisa da tutti ed a tutti i livelli. Astori era sì un bravo giocatore che ha pure vestito la maglia azzurra negli ultimi anni ma, soprattutto, era un ragazzo straordinario che ha anche ricoperto il ruolo di rappresentante AIC esponendosi in prima persona per supportare i colleghi ed il movimento intero. Insomma, era e rimarrà sempre un punto di riferimento per chi l’ha conosciuto“.
La morte di un giocatore così allenato e controllato come il difensore ha rimesso al centro della questione il discorso sulla prevenzione ed i controlli per tutelare chi pratica sport: “Già da qualche anno il nostro sistema professionistico è adeguatamente garantito. Forse si può fare meglio, forse si può fare di più“, dice l’ex giocatore che poi continua, “per fare attività sportiva, che sia agonistica o dilettantistica è sempre bene fare una visita medica o un controllo in più. Lo ritengo doveroso, probabilmente su questo siamo ancora un po’ indietro. Dovremmo, invece, dare un’accelerata con controlli e visite certe“.
Onore e rispetto ad Astori e famiglia ma quando muore un operaio sul lavoro non mi pare si proclami il fermo fabbrica.
Mi hai emozionato Damiano sei un Signore nella tua vita e nel mondo del Calcio non cambiare mai
Quando parla questo ragazzo mi emoziona sempre !!!! complimenti Damiano