Ancora Fabio Pecchia, sempre a Ghe La Femo su Telenuovo, risponde a dubbi e perplessità sul mondo Hellas Verona.

Discorso epurati. Durante il silenzio stampa arriva la formazione e mancano quattro giocatori: scelta tecnica, ed è importante. Verde perché ieri non ha giocato?
“Ma sono valutazioni tecniche. Ieri è entrato e ha giocato bene, contro il Crotone ha giocato malissimo ad esempio. Daniele è giovane, facciamolo crescere”.

La partita più bella del Verona durante la tua gestione?
“L’anno scorso contro Vicenza, Carpi, Brescia. Il mio calcio è vincere, non mi interessa in che modo, se in contropiede o con venti passaggi. Quest’anno la miglior partita a Bergamo, nel primo tempo”.

Questa squadra è piena di contropiedisti, ma contro squadre che non verranno a fare la partita come la Spal non mancherà un centravanti puro?
“Si può giocare anche senza punta. Vero che in casa non siamo stati in grado fino ad ora. Mi devo adattare alla situazione fisica dei miei giocatori, pensate a Cerci. Anche Vukovic che è arrivato ora, devo stare attento alla condizione”.

Una buona fase offensiva deriva da una buona fase difensiva: difendere davanti all’area e cercare di ripartire, non è sconveniente?
“Ci sono momenti in cui non è convenienza ma forza dell’avversario. Togliendo le grandi, nelle altre partite ci sono squadre forti e a volte per forza devi difendere basso. Ho quattro giocatori offensivi che hanno 50 metri nelle gambe a grande velocità, tolto Petkovic. Tante volte non è scelta personale”.

Ma non subiamo troppo la pressione avversaria? Non pensi che i tifosi preferirebbero vedere una squadra rabbiosa?
“Dipende dal nostro atteggiamento per trascinare i tifosi. Anche dopo Firenze, l’invito del tifo era a tirare fuori gli attributi”.

Ma secondo te non serviva più fisicità in questo Verona?
“Intanto abbiamo perso Ferrari, ha dovuto giocare in condizioni esteme e di sofferenza. Romulo ha una fisicità importante, Fares reggerebbe i ritmi della Premier, che piaccia o non piaccia. Il nostro progetto è valorizzare il patrimonio che una società importante si autofinanzia, gestendolo sia per l’obiettivo sportivo che economico. Girando Italia ed estero, l’anno scorso sono arrivato in un club di serie B che ha la struttura di un club di Serie A, ed è un vanto per la città. Un’organizzazione che non è di un club provinciale, ma da grande squadra. Oggi vedere l’Antistadio così ed è una struttura dell’Hellas, bisogna esserne fieri. In quest’ottica la valorizzazione dei miei giocatori”.

Qui ci giochiamo la Serie A e fa piacere vedere Pecchia fiducioso e l’anno scorso ha riportato il Verona in Serie A, ma siamo anche tifosi: questo ottimismo non deriva anche dal mercato?
“La squadra non è fatta dal nome, ma da un’anima e quando si crea si è in grado di credere fortemente nell’obiettivo e di crederci. Credo fortemente nella mia squadra”.

C’è qualche giocatore che può stupire, oltre Vukovic?
“Chi ha un vantaggio è Matos che ha esperienza in categoria. Petkovic è un giocatore di talento e ha i numeri, Aarons è un giocatore con grandissime qualità atletiche e tecniche, ma va inserito anche conoscendo la lingua”.