Dopo aver seguito Rafa Benítez fino a Newcastle passando per il Real Madrid, nel 2016 Fabio Pecchia si è accasato all’Hellas Verona conquistando subito la promozione in Serie A. Il tecnico scaligero farà ora ritorno al San Paolo di Napoli, una trasferta speciale per lui che si è molto legato a questa città, da vice-allenatore e da calciatore. Così il tecnico gialloblù al Corriere dello Sport sulla sfida di sabato, sul suo presente a Verona e sul suo passato partenopeo.

“Un altro incontro difficilissimo contro un avversario con valori superiori ai nostri. Dovremo giocarlo con la stessa voglia e la stessa determinazione mostrate contro la Juve, nella speranza di non commettere errori e di ottenere un risultato diverso. Ho fiducia nella mia squadra e non partiamo battuti“.

Un Pecchia che non vuole soffermarsi alla circostanza e cerca di approfondire l’analisi di una gara comunque difficile e, quando gli viene chiesto se immagina a maggio uno scenario migliore del Napoli campione d’Italia e del Verona salvo, si ripete distaccato nella risposta: “A me interessa solo la salvezza dell’Hellas. Quello che succede fuori non lo guardo, al massimo tifo per il Newcastle“, dove allena ancora l’amico Benítez.

Perché non ci sarà emozione nel tornare al San Paolo, un uomo deve discernere e “c’è molta differenza tra la professione che uno svolge e i rapporti umani. Facendo prima il calciatore e poi l’allenatore ho imparato a essere freddo e distaccato, a tenere separate le cose. Mi farà piacere rivedere persone con cui ho condiviso anni importanti, ma prima di tutto ora c’è il mio Hellas. E pensare che, dopo la partita d’andata a Verona, uscirono notizie secondo cui avrei esultato al gol del Napoli. C’è gente che proprio non mi conosce“.

Fabio Pecchia fa forza a se stesso e alla squadra perché la salvezza è lì “a due punti, non a quindici. Ma la corsa dobbiamo farla su noi stessi, non sugli altri. Alla salvezza credo molto“. E se i tifosi contestano Pecchia vive la situazione “come uno stimolo per fare meglio. Mi dispiace che la situazione sia questa ma non posso che prenderne atto e andare avanti. L’importante è che le prestazioni della squadra non ne risentano. Io ho le spalle larghe e continuerò a dare il massimo per salvare l’Hellas“.