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Di fratelli calciatori nel mondo del pallone ce ne sono a centinaia. Basti ricordare gli Inzaghi, i Cannavaro, i Baresi, solo per restare in Italia. Si tratta di un fenomeno piuttosto comune. In fondo, l’essere portati per questo sport è una cosa che fa anche parte del patrimonio genetico di ognuno e non deve sorprendere più di tanto che due fratelli siano entrambi capaci di giocare ad alti livelli.

Più raro è invece trovare due fratelli che giochino nella stessa squadra contemporaneamente. Nella maggior parte dei casi si tratta di fratelli gemelli, che quindi hanno tra loro un legame ancor più forte che tra due normali fratelli. All’estero gli esempi sono diversi: i gemelli Rafael e Fabio da Silva che per qualche anno hanno militato insieme nel Manchester United, i fratelli Vasilij e Aleksej Berezuckij entrambi difensori nel Cska Mosca e i gemelli Sven e Lars Bender, insieme prima nel Monaco 1860 e ora nel Bayer Leverkusen. In Italia molti si ricorderanno dei gemelli Antonio ed Emanuele Filippini, insieme al Brescia, ma poi anche al Palermo, alla Lazio e al Livorno. Se poi ci spostiamo nel mondo della finzione, quanti di voi non ricordano i famigerati gemelli James e Jason Derrick dell’anime giapponese Holly e Benji, quelli della catapulta infernale?

I fratelli Zuculini non sono gemelli. Franco, il più anziano è nato nel 1990. Bruno invece è del 1993. Non sono gemelli ma insieme hanno già giocato, prima al Racing Club (il club nel quale sono cresciuti in Argentina) e ora nel Verona. Per la verità, con la casacca gialloblù le partite giocate contemporaneamente dai due non sono molte e riguardano per lo più la seconda parte della stagione scorsa, quando a gennaio Bruno raggiunse il fratello Franco dopo un lungo girovagare per l’Europa.

In questa stagione, complice il brutto infortunio che ha tenuto Franco fuori per lungo tempo i due hanno giocato assieme solo gli ultimi minuti della sfida con il Milan. Nelle prossime settimane però, i fratelli argentini potrebbero tornare a giocare spesso assieme come centrali di centrocampo. Entrambi sono portatori di quella grinta (la famosa garra sudamericana) e quella determinazione tipiche dello spirito argentino che tanto utili possono essere al Verona in questo momento. Bruno poi, più di suo fratello, abbina allo spirito anche delle buone doti tecniche che ne hanno fatto un punto fermo della formazione di Pecchia.

Insomma, quando le condizioni fisiche di Franco torneranno finalmente ad essere ottimali, il centrocampo del Verona potrebbe davvero essere spesso formato dai due argentini. Una coppia che abbinata alla tecnica di Bessa e alle doti atletiche di Romulo, potrebbe dar vita ad una mediana molto interessante e competitiva anche per l’immediato futuro.

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