
“I miei due stadi preferiti. Pazzesco vedere Anfield stracolmo dal campo, con dodicimila nostri tifosi. Bellissimo giocare per la prima volta a San Siro“. Così Marco Silvestri ricorda i suoi passati inglesi a L’Arena, ma è ancora più entusiasta di andare al Meazza. Ci sarà infatti la Coppa Italia contro il Milan, ci sarà spazio ancora per lui fra i pali, che tanto decisivo è stato contro il ChievoVerona.
Un portiere che convive con una fama costruita al Leeds United: pararigori. Ed è proprio al Leeds che si allenava per parare anche quelli del suo compagno Mirco Antenucci, avversario che domenica, a Ferrara, ha deciso l’incontro. “A fine partita Antenucci mi ha detto che non l’avrebbe tirato – confessa Silvestri – se ci fossi stato io in porta. Lo conosco bene, anche se sabato quando abbiamo studiato i rigori della SPAL insieme allo staff ho pensato che potesse calciarlo centrale, invece lo ha angolato molto e reso imparabile“.
Il portiere gialloblù ha già le idee chiare su che gara sarà, almeno per lui, aldilà dell’emozione di giocare a San Siro: “Un’occasione importantissima per chi finora è stato impiegato meno, la crescita di una squadra passa dal rendimento di tutti e quindi anche dalla Coppa Italia. Il Milan vorrà a tutti i costi passare il turno, ma il Verona ha tutto per far bene com’è stato anche contro il Chievo“.
E se ci fosse bisogno di qualcuno che para i rigori anche contro il Milan, ecco che Silvestri svela i propri trucchi: “Il primo è lo studio dei tiratori, è essenziale sapere chi hai davanti. Il secondo è andare decisi, una volta scelto l’angolo. Anche una frazione di secondo può risultare decisiva“. Così gli è stato insegnato dal suo mentore ai tempi del Modena Ermes Fulgoni.
Una partita dunque che il Verona vuole giocarsi a viso aperto, senza paura di essere inferiore perché la partita di domenica, aldilà del risultato, ha dimostrato che il Verona può farcela: “Ora sappiamo di essere superiori alla SPAL – dice Silvestri – La partita la stavamo vincendo e controllando bene. Dovevamo solo essere più determinati quando loro hanno iniziato a buttare quei palloni in area. Preso il primo gol serviva più mestiere, invece sembrava che la partita l’avessimo già persa. Essere tranquilli nella nostra situazione non è comunque facile, giochiamo bene e raccogliamo poco. Dopo domenica siamo ancora più consapevoli del nostro valore“.
