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Maurizio Iorio: Roma, Verona, Bagnoli e… Genoa

Il Corriere dello Sport rende omaggio a Maurizio Iorio riprendendo in mano la sua carriera dagli arbori fino al momento del ritiro.

Abitava vicino a San Siro, in un quartiere chiamato “H.H. Triestina” in omaggio al Mago Herrera, sognava i neroazzurri lui, ma per un gioco del destino sono i rossoneri a chiamarlo per un provino. Lo bocciano, la bravura c’è ma il fisico è esile, troppo gracile. Secondo lui la colpa è sempre stata di Rivera invece, appena lo vide passare, smise di giocare praticamente, l’unico pensiero che gli passava per la testa era di avere il suo autografo. Gianni era il suo idolo.

Stesso finale anche per i provini a Bologna, Fiorentina, Atalanta e pure a Como. Sembra la fine di un sogno, ma due allenatori gli danno fiducia, facendogli scalare presto le categorie. Piero Colli a Vigevano lo fa debuttare in Serie C e mentre Ettore Puricelli, a Foggia lo fa giocare subito titolare in Serie A, assieme a Domenghini, che aveva all’incirca il doppio della sua età, ed altri esperti attaccanti come Del Neri, Scala e Pirazzini: 7 gol al debutto, mica male. Sembra una carriera lanciata verso l’Olimpo dei Grandi, ma Iorio non riesce a ripetersi. Né a Torino, né ad Ascoli.

È a Bari che il ragazzo riesce a ritrovarsi, due stagioni scintillanti con gol e assist, sotto la guida di Enrico Catuzzi, che gli valgono la chiamata di Liedholm a Roma. Un’intuizione, sfruttare la sua agilità e rapidità, facendolo giocare sulla fascia, come spalla di Pruzzo… Iorio e Bruno Conti si occupano anche di scendere a difendere, le fasce sono zona loro. 25 presenze, 5 reti per lui, per la Roma invece? Scudetto!

Liedholm era un maestro straordinario“, dirà lui, “con un unico difetto: per carattere parlava poco con i giocatori. Per tutto il resto era l’ideale. Con intuizioni innovative“.

L’anno seguente l’arrivo di Ciccio Graziani a Roma complica le cose e Iorio è costretto a cambiar aria. Verona con Bagnoli lo accolgono. Nell’annata ’83-84 vive la stagione migliore di tutta la sua carriera, 14 reti in 25 partite. Nella classifica marcatori davanti a lui ci sono “solamente” Platini e Zico.  Il trio veronese lì davanti viene soprannominato “puffi al tritolo“. A Iorio fanno compagnia Galderisi e Bruni, i tre sono imprendibili. Sfiorano il 1.70 m, rapidi e assatanati. Il Verona chiude sesto in campionato ma arriva in finale di Coppa Italia, persa, neanche a dirlo, contro la Roma di Liedholm e Graziani. 7 gol per lui in questa competizione, vice-capocannoniere dietro a Walter Schachner del Torino. Segue la chiamata dell’Italia Olimpica a Los Angeles di Bearzot. E’ la stagione migliore della sua carriera, l’ho già detto?

Con Bagnoli c’è un legame particolare. Le loro strade si reincroceranno per volere proprio dell’allenatore, che a fine carriera richiamerà l’attaccante al Genoa.Bagnoli ha esaltato la semplicità del calcio. Il che, paradossalmente, era il massimo del tatticismo! Ero a fine contratto con l’Inter e avevo già 32 anni ma lui mi volle a Genova, terza punta dietro Tomáš Skuhravý e Carlos Aguilera. Lo ripagai con un gol all’Ajax nella semifinale di Coppa Uefa“.

Approposito di ex…

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6 anni fa

Io! Attacco da “formiche atomiche”: con Iorio & Nanu Galderisi, l’Hellas Verona terminò la stagione al 6^ posto…

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6 anni fa

…a me e sempre piaciuto, un bravo attaccante, semplice volitivo veloce…

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6 anni fa

Annata ’83/’84, l’anno che precede lo scudetto con il successivo inserimento di Preben e Hans. Fortissimo il trio FA-IO-GA!!! GRANDE HELLAS ‼️ /=\

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6 anni fa

io non è l’anno dello scudetto? mi sembra manca briegel e elkijaer

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6 anni fa

Il mio preferito prima dell’ arrivo di Preben …

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6 anni fa

Beh , l’anno prima dello scudetto, lui e Galderisi fecero un ottimo campionato. Bassi di statura ma si facevano rispettare !!

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6 anni fa

Bella scqudra , ci ha riservato delle belle soddisfazione, quella attuale molto meno; purtroppo

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