Pecchia si gioca la panchina in meno di centoventi secondi. È il tempo che passa tra un nuovo purgatorio gialloblù e l’inferno. Fino a quel momento un Verona coi cerotti stava avendo ragione di un Bologna compassato e sorpreso dall’Hellas. Okwonkwo e Donsah (tra l’altro quest’ultimo un ex lanciato da Mandorlini) hanno condannato senz’appello l’Hellas ad una sconfitta che francamente è apparsa immeritata.
Difficilmente la società darà a Pecchia un’altra possibilità. La notte è lunga ma la contestazione di almeno 500 tifosi al termine della partita fuori dagli spogliatoi non dà scampo al club gestito da Setti.
E pensare che i gialloblù avevano giocato un grande primo tempo come era già accaduto in più occasioni in questo campionato. Fares aveva crossato col bilancino per Cerci, che infilava Mirante. L’altro redivivo, Caceres, firmava un’altra rete con la complicità del portiere del Bologna. In mezzo una bella combinazione rossoblù con Destro in gol. Il 2-1 del riposo era un risultato più che giusto.
La gente del Bentegodi finalmente respirava. Pazzini reggeva da solo l’attacco e Verde innescava sia Romulo che Cerci. L’Hellas non chiudeva la partita in un paio di occasioni con batti e ribatti davanti a Mirante. Perfino Caceres andava vicino alla doppietta personale e al gol della sicurezza. Ed invece…
Ed invece ecco che Donadoni toglieva Destro per Okwonkwo. Il ragazzo non ancora ventenne ripaga la fiducia del mister e subito dopo arrivava il già descritto siluro di Donsah ad affondare la barca gialloblù per il 2-3 finale. Verona che non meritava il ko per i novanta minuti ma per il campionato che ha disputato finora.
Fuori tutti i tifosi contro Setti, Pecchia e Fusco. Dei tre resterà il primo. Difficilmente dovrebbero rimanere gli altri due. In tribuna c’erano l’ex ds di Sassuolo e Udinese Bonato con il tecnico Mimmo Di Carlo. Qualcuno giura di aver visto anche Alberto Malesani. La notte sarà lunga per Setti e non solo per lui.
