Nato il 21 marzo 1947 a Moglia, paesino dell’Oltrepò mantovano, Tazio Rovesi (affettuosamente soprannominato “il tedesco” o “il biondo” dai suoi tifosi) fu un difensore tipico degli anni Settanta, memoria di un calcio ormai improponibile ai nostri tempi, ma sempre ricordato con affetto da chi lo ha vissuto.
Rovesi militò nel Bologna dal 1963 al 1979 disputando la bellezza di 459 partite, numero che gli conferirà il titolo di seconda bandiera del club gialloblù, alle spalle del solo Giacomo Bulgarelli.
Passato sotto le insegne dell’Hellas Verona all’età di 32 anni, anche qui si fece benvolere da tifosi e avversari per la correttezza, la lealtà e lo spirito di sacrificio che mostrava in campo in ogni occasione. Correva l’anno 1980, e nonostante la grinta del “biondo” i gialloblù (che all’epoca combattevano per la promoziona alla massima serie) si collocarono al tredicesimo posto. Il difensore avrebbe trascorso altre due stagioni col mastino, per poi firmare col Carpi, dove giocherà fino al 1983 (anno del ritiro dal calcio giocato).
Legatissimo alla sua amata Bologna, rifiutò ogni proposta di ingaggio in qualità di allenatore; questo incarico gli avrebbe infatti imposto di lasciare la cara città dove viveva con la famiglia in semplicità e tranquillità, lontano dai riflettori e dalla pressione dei media.
Per anni afflitto da una terribile malattia, che affrontò con la forza e la tenacia tipiche del suo carattere, si spense il 17 ottobre 1999. Aveva 52 anni.
Ancora oggi però il “biondo” vive nei ricordi di tutti coloro che lo hanno incontrato o che lo hanno visto giocare e il prossimo lunedì, ancora una volta, questa Verona-Bologna sarà di nuovo anche la sua partita.
Non seguo il calcio,ma l’articolo denota attenzione alla persona..complimenti al writer