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Silvestri: “Non mi emoziono facilmente, ma dopo la promozione…”

Il portierone gialloblù si è raccontato ai microfoni di… Alessandro Berardi!

Alessandro Berardi sveste i panni di portiere per indossare quelli di… giornalista!

Nel primissimo pomeriggio di oggi il simpaticissimo portiere gialloblù ha infatti intervistato (su Instagram) il collega Silvestri, il quale si è raccontato a ruota libera: di seguito, dunque, le principali dichiarazioni del numero 1 dell’Hellas.

LA RIPRESA. «Era ora che si riprendesse: è stata una lunga attesa, ma sono contento anche perché ho visto tutti molto in forma. I capelli peggiori? Quelli di Dimarco!».

LA QUARANTENA. «In quarantena mi sono allenato tutti i giorni, poi mi sono dedicato alla famiglia e ai videogiochi».

CATALDI. «Massimo Cataldi è un grandissimo preparatore, è molto preparato e si dedica completamente a noi. Vuole sempre che ci alleniamo dando il massimo, e alla fine i risultati si vedono sia nei risultati che nell’atteggiamento. Mi ritengo fortunato ad averlo incontrato!».

LE PRIME PARATE. «Quando ero bambino mio fratello e i miei cugini, che erano più grandi di me, mi spedivano sempre in porta. Poi quando ho iniziato la scuola calcio giocavo attaccante, ma non mi piaceva correre e quindi sono arretrato fino in porta. Poi ho fatto il settore giovanile al Modena: è stata dura perché il mio paesino, Sologno, distava circa 70 chilometri, però alla fine è andata bene e sono riuscito a diventare un calciatore».

I COLLEGHI. «Sono cresciuto milanista, quindi il mio idolo da piccolo era Dida, ma ovviamente anche Buffon: Gigi in fondo è stato l’idolo di tutta la nostra generazione… Oggi mi piace molto Musso, un portiere che contro di noi ha fatto molto bene e che potrebbe diventare un giocatore importante. Il mio rapporto con gli altri due portieri del Verona? Sono fortunato, siamo un bel gruppetto e ci aiutiamo molto l’un l’altro».

LE PARATE PIÙ BELLE. «La parata più spettacolare quest’anno è sicuramente quella su Luis Alberto, ma anche quella sulla punizione di Berardi del Sassuolo mi ha emozionato molto: il Bentegodi è esploso come se avessimo segnato».

IL RICORDO PIÙ EMOZIONANTE. «Prima dell’anno scorso non avevo mai vinto niente, al massimo avevo raggiunto qualche salvezza, quindi vincere i play-off è senz’altro stata la più grande emozione della mia carriera. Non sono uno che si emoziona facilmente, ma nei mesi successivi avevo la pelle d’oca ogni volta che passavo davanti al Bentegodi…».

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