Con la sua solita ironia, il Sindaco ha rivissuto la sua esperienza gialloblù durante una diretta Facebook tenuta sulla pagina dell’Hellas
Tanti sorrisi, qualche aneddoto e una mare di splendidi ricordi: potremmo riassumere così la diretta Facebook a cui ieri sera Elkjaer ha preso parte sulla pagina ufficiale dell’Hellas.
Senza perdere tempo, andiamo quindi a vedere le principali dichiarazioni del Sindaco.
VERONA CITTÀ. «La quarantena? Sto bene: cerco di stare a casa e quando esco sto attento. Spero di poter venire al più presto in Italia: Verona è la mia seconda casa, lì è nato anche mio figlio. So anche che ci sono anche alcuni ragazzi che si chiamano Preben, ma io non c’entro niente (ride, ndr)! Scherzi a parte, mi fa piacere essere riuscito a lasciare un segno profondo nei veronesi, così come loro lo hanno lasciato dentro di me: li ringrazio per come mi hanno accolto».
L’ARRIVO A VERONA. «Ho debuttato nel Verona in Coppa Italia, contro il Benevento: nei primi minuti non ho toccato palla, e mi ero arrabbiato e per questo volevo quasi andarmene, ma alla fine ho segnato tre gol e quindi sono rimasto (ride, ndr)».
“QUELLA” STAGIONE. «Fino a cinque partite dalla fine io pensavo ancora a non retrocedere, ma c’era anche chi pensava allo scudetto da molto prima. D’altronde quando sei primo sin dalla prima giornata è impossibile non pensarci, e settimana dopo settimana ci eravamo convinti di essere i più forti, anche perché quando vinci partite come il 3-5 di Udine vuol dire proprio che è l’anno giusto. La partita di Bergamo? Anche se avevo già un po’ di esperienza internazionale, ero nervoso: vincere quello scudetto era troppo importante. Il mio gol fu un’autentica liberazione!».
LA FESTA. «Dopo Bergamo non ho bevuto o festeggiato molto, perché avevamo comunque un’altra partita da giocare e poi avevo anche degli impegni con la Nazionale. Più tardi però portai tutta la squadra in Danimarca: lì giocammo alcune amichevoli in stadi pieni di danesi impazziti. Fu molto divertente, ci rilassammo e scherzammo molto: credo che anche i miei compagni si siano goduti il viaggio».