Il brasiliano, attualmente in patria, si è raccontato a cuore aperto durante una diretta Instagram con Casa Di Marzio
«È quasi un anno che sono tornato in Brasile. Anche qui la situazione legata al Coronavirus è seria, ma non tutti sembrano rendersene conto. Quando l’emergenza finirà aprirò una scuola calcio per bambini, e magari potrei gestirla a distanza da Roma: non vedo l’ora di tornare in Italia».
A raccontare ciò durante una diretta Instagram con Casa Di Marzio è l’ex centrocampista Matuzalem, non certo uno degli acquisti più memorabili degli ultimi anni di Verona, ma comunque un uomo che ha dimostrato come il calcio sia più di “ventidue scemi che corrono dietro a un pallone”.
Per il brasiliano questo sport ha infatti significato la salvezza, come lui stesso ha dichiarato durante lo stesso collegamento con parole che, sicuramente, lasciano il segno:
«Sono nato in un quartiere molto povero: avevo amici d’infanzia che usavano droghe, giravano armati e andavano a rubare. Non lo nascondo: se non fosse stato per quel provino superato al Vitoria Bahia, ora avrei fatto la fine di tanti di loro: in galera o al cimitero. Il mio stesso fratello è finito in carcere.
Il calcio mi ha dato veramente tanto, e venire in Italia mi ha dato una grande mano. Sono fortunato perché Dio mi ha dato il grande dono di poter fare il calciatore».
