L’ex ala dell’Hellas, raggiunto dai colleghi del quotidiano veronese, ha speso due parole sulle sfide “dei tempi d’oro” gialloblù e blucerchiati
Se dovessimo trovare un “periodo d’oro ” di Verona e Sampdoria, sarebbe senz’altro quello a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, ossia l’arco di tempo in cui sostanzialmente entrambe le squadre vinsero tutti i trofei che ora adornano la rispettiva bacheca.
Uno dei protagonisti assoluti di quelle sfide fu senz’altro Pierino Fanna, indimenticabile e indimenticata ala gialloblù che contro i blucerchiati (come contro tutti, del resto) percorse chilometri e chilometri sulla corsia di competenza.
I VERONA-SAMP DI UNA VOLTA. «Contro di loro sono sempre state partite toste: quella Samp aveva posto le basi per vincere lo scudetto (arrivò nella stagione 1990/1991, ndr), aveva Cerezo, Vialli, Francis, Mancini e Dossena. Noi fummo la rivelazione di quegli anni e vincemmo uno scudetto di cuore e di testa, mentre loro avevano ben altre disponibilità economiche e infatti vinsero anche in Europa (Coppa delle Coppe 89/90, ndr)».
UOMINI-SIMBOLO. «Senza dubbio il loro giocatore più rappresentativo è stato Vialli: era forte, aveva grandi numeri, e in più si completava alla grande con Mancini. L’avversario più ostico? Nell’anno dello scudetto mi marcò Luca Pellegrini, mentre prima era dura con il mio amico Mauro Ferroni».
FANNA BLUCERCHIATO? «Se la Samp mi ha mai cercato? Non che io sappia. So però che prima e dopo il Verona mi voleva la Fiorentina».
PRESIDENTI E ALLENATORI. «Chiampan era un gentiluomo onesto, e oltre ai soldi metteva tanta passione. Prima di lui ci fu Di Lupo, che investì più di un miliardo per prelevarmi dalla Juventus e iniziare a costruire la squadra che poi avrebbe vinto lo scudetto. Mantovani l’ho incrociato solo una volta, ma ho avuto l’impressione che fosse un Chiampan con più disponibilità economica. Bagnli e Boskov? Bagnoli per me come per tanti altri è stato tutto, mentre per il calcio italiano è stato un altro Liedholm. L’allenatore della Samp sembrava un padre: era autoritario e aveva grande personalità».
OGGI. «La Samp è partita male, ma credo che le vicende societarie e il cambio di allenatore siano stati fondamentali in quest’ottica. L’Hellas invece è una squadra tosta e concentrata. Credo verrà fuori una bella sfida. Chi retrocede? Presto per dirlo, quest’anno c’è grosso equilibrio. Potrebbe anche retrocedere una medio-grossa: penso per esempio all’Udinese o al Genoa, che a mio avviso lotteranno fino alla fine. Alla partita ci sarò, torno a Verona apposta».
L’HELLAS DI JURIC. «Se continuerà così, questa squadra si salverà. Chi mi piace? Senza dubbio Veloso: ha un gran sinistro e si compensa benissimo con Amrabat».