Gianpiero Ventura è tornato a parlare della sua esperienza nel Verona. Ultimo conclamato fra i cadetti
L’esonero di Ficcadenti e il diesse Peppe Cannella che ingaggia l’ex tecnico della Sampdoria che era caduta in disgrazia. Dopo Verona arrivò il Pisa e il Bari ed ancora il Toro prima della nazionale. Era il 2007, una cavalcata straordinaria, conclusa purtroppo su quella rete del 2 a 0 al Picco di La Spezia sciupata da Cutolo. E poi il ritorno giocato ad una porta sola al Bentegodi. Uno zero a zero che condannò l’Hellas alla serie C dopo 64 anni. Alla fine però tutto uno stadio applaudì Ventura ed i suoi ragazzi per quello che avevano dato nel girone di ritorno. “Gli applausi di tutto lo stadio li sento ancora. Ho avuto la fortuna di vincere sette campionati, di passare tante volte dalla Serie B alla Serie A, di riuscire a guidare anche la Nazionale” ricorda Ventura, come riporta L’Arena di oggi, “Quel giorno però, quel ringraziamento della gente per quel che avevamo comunque fatto e quel rapporto con la città restano ancora oggi uno dei momenti che più mi ha emozionato. Mancò soltanto un pizzico di fortuna. Quella salvezza l’avremmo meritata tutti”.
FIDUCIA HELLAS. Dopo l’incredibile eliminazione dell’Italia ad opera della Svezia nello spareggio mondiale, Ventura è rimasto lontano dai campi della serie A. Ultimamente si è rivisto all’Allianz Stadium a Torino e nel ritiro del Toro, oltre che allo stadio olimpico, sua ultima squadra prima degli azzurri. Sul Verona di oggi il mister si è espresso così: “Grosso è un allenatore con delle idee e la società ha preso giocatori assolutamente importanti per la Serie B. Su questo non ci piove. L’Hellas ha il diritto, direi quasi il dovere, di essere fra le favorite per la promozione. Le parole poi se le porta via il vento, nella realtà conta il campo insieme a tutto il resto. Di sicuro l’organico è competitivo. L’Hellas sarà fra le grandi protagoniste del campionato”.
