Intervenuto in conferenza all’antivigilia di Empoli-Verona, gara valida per l’ultima giornata di Serie A e decisiva per la salvezza, mister Paolo Zanetti ha presentato il match ai microfoni della sala stampa di via Olanda.

Di seguito, dunque, le principali dichiarazioni dell’allenatore dell’Hellas.

L’INFERMERIA. «Montipò, che ha un problema muscolare, è da valutare. Abbiamo un paio di giorni, ma mi sento di dire che è a rischio. Nel caso non ce la facesse darò fiducia a Perilli, un grande portiere e una grande persona. Daniliuc ha l’influenza, vediamo se recupera. Gli altri tutti disponibili, tranne ovviamente Harroui. Su di lui puntavamo tanto, è innegabile: volevamo costruirgli attorno qualcosa grazie alle sue qualità da collante, inoltre poteva darci gol e assist. Quest’anno ci siamo abituati a stare senza, ma speriamo che l’Hellas possa goderselo in futuro».

L’AVVERSARIO. «L’Empoli ha tanta corsa, fisicità e ottime individualità. Sicuramente quella di domani sarà una gara difficile, ma domenica rappresenteremo una città».

LA CONCORRENZA. «Dobbiamo concentrarci su noi stessi ed essere lucidi, mettendo in campo quello che abbiamo senza andare a pensare a quello che succede altrove. Secondo me lo abbiamo già fatto in altre occasioni e questo ci ha portato a fare prestazioni non buone».

L’OBIETTIVO. «Voglio salvare l’Hellas perché so quanto ho dovuto combattere per arrivare a questo obiettivo che è lì a un punto. Ho visto la squadra pronta e so che i ragazzi percepiscono il momento dopo un mese senza la tanto attesa vittoria. Siamo un gruppo perché abbiamo superato tante difficoltà ed è anche per questo motivo se tra le “piccole” siamo quelli messi meglio. Ora siamo arrivati alla resa dei conti e dobbiamo esserci dentro per forza. Non abbiamo avuto la personalità giusta di chiudere il discorso, però con il Como ho visto un altro atteggiamento e una squadra in crescita».

LA FORMAZIONE. «Non mi sento di scoprire le carte sulla formazione, ma deve andare in campo chi sta meglio. Conta solo la performance di squadra e non quella singola. La valutazione sarà fatta con lucidità, anche perché chi entra può essere anche più importane di chi parte e Lazovic l’ha dimostrato la scorsa settimana».

I SINGOLI. «Ho un nome che potrebbe fare la differenza, ma dire chi è gli metterebbe troppa pressione sulle spalle. Qualche giocatore è in credito con la fortuna e spero che domenica possa essere protagonista. Ci sono tanti leader caratteriali che tengono su la baracca insieme al mister e al direttore, ma io ho sempre martellato sul concetto di squadra e ho sempre ottenuto una reazione in tal senso. Ci sono giocatori che hanno dato tanto: per esempio, quelli della vecchia guardia e Coppola non si sono mai risparmiati e mi hanno aiutato tutto l’anno a far capire ai nuovi cosa significhi giocare per l’Hellas».

L’ATTACCO. «Agli attaccanti mancano i gol, ma hanno tutti un carattere molto equilibrato e lavorano molto per crescere, senza subire particolarmente la pressione perché sanno di poter essere decisivi da un momento all’altro. A Tengstedt si possono dare degli alibi per i problemi fisici, ma può essere sempre determinante se resta in partita. Mosquera ha dei lampi da giocatori importante e se Sarr non avesse preso la traversa contro il Como non staremmo a fare questi discorsi».

L’AMBIENTE. «All’Hellas c’è tutto per lavorare bene. Tifosi da Champions League, stadio meraviglioso, club storico e centro sportivo dove siamo isolati per lavorare senza pressione. Mi sono trovato alla grande, odio i posti piatti e qui, nel bene o nel male, le emozioni non mancano mai…».