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Chiesa: “Ritorno al Verona? Uno di quei treni che passano una volta nella vita, dovevo prenderlo”

Le dichiarazioni del giovane portiere rientrato dal prestito al Trento

Dopo la prima parte di stagione al Trento, Mattia Chiesa è tornato all’Hellas Verona ed è stato subito convocato per la gara contro la Salernitana. Il classe 2000 ha parlato a L’Adige per raccontare le sue sensazioni dopo il ritorno al club gialloblù. Queste le sue dichiarazioni:

PRIMA PANCHINA IN A. “Ho provato sensazioni nuove, diverse da tutte quelle avvertite finora. Sensazioni belle e appaganti, perché premiano i tanti sacrifici fatti per arrivare sin qui. È mancata solo la soddisfazione della vittoria. Sarebbe stata la classica ciliegina sulla torta, la Salernitana ha saputo sfruttare meglio gli episodi, vedi il rigore e la punizione, calciata davvero bene. Noi ci siamo espressi meglio sul piano del gioco, ma a questi livelli spesso sono i particolari a fare la differenza”. 

RITORNO A VERONA. È uno di quei treni che passano una sola volta nella vita, non potevo e non volevo farmelo sfuggire. Ho lasciato Trento a malincuore, ormai la sentivo come casa mia. Mi trovavo non bene, di più. Posso solo ringraziare presidente, direttore e società che hanno capito l’importanza del momento per la mia carriera, e mi hanno aiutato a velocizzare le pratiche del trasferimento”.

IMPATTO NELLO SPOGLIATOIO. “Mi sono presentato a Verona per l’allenamento di rifinitura del sabato. Fortunatamente conoscevo l’ambiente e diverse persone dello staff, l’impatto è stato positivo e non è stato difficile inserirsi nel gruppo. Ero un po’ emozionato, ma tutti mi hanno accolto molto bene, Tudor ha cercato di mettermi subito a mio agio, mi ha stimolato e incoraggiato, diciamo che ha fatto sentire la sua presenza”.

DEPAOLI.Ci eravamo conosciuti ai tempi del Chievo, quando facevamo spesso il viaggio insieme sino a Verona. Poi per forza di cose ci siamo persi di vista, è stato bello ritrovarsi”.

PASSATO AL CHIEVO E IDOLO SORRENTINO. “Stavo e lì e guardavo. Guardavo e imparavo, cercando di assimilare ogni suo gesto, ogni movimento”.

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