Intervenuta ai microfoni di Hellas Channel, Giulia Mancuso ha ripercorso la propria carriera e la propria esperienza con le Women gialloblù.
Di seguito, dunque, le sue principali dichiarazioni.
GLI INIZI. «Mi sono avvicinata al calcio quando ero alle elementari: tutti i giorni ero al campo ad allenarmi oppure al parco a giocare. Dopo aver iniziato con la formazione mista del San Martino Speme sono passata all’AGSM Verona, praticamente l’unica squadra femminile a Verona, che poi è diventata l’attuale Hellas Verona Women. Per quanto riguarda il calcio femminile ho sempre giocato qui, nella squadra della mia città».
IL MOVIMENTO. «Nei miei primi anni di calcio, non c’erano molte squadre femminili, quindi si giocava sempre contro le stesse avversarie e si facevano gli stessi tornei, ma per me è stato bello anche vedere da dentro la crescita di questo movimento. Al giorno d’oggi per le bambine che vogliono iniziare è più semplice. Io sono molto contenta di questo cambiamento che ho vissuto in prima persona e che sto ancora vivendo. Ogni anno vedo dei miglioramenti. Anche la Serie A femminile è tutt’altra storia rispetto a quattro o cinque anni fa».
L’HELLAS. «Sono molto contenta di essere al Verona e anche di essere vice-capitana. Fin da piccola ho sempre voluto essere una bandiera per questa squadra, e questo è un piccolo passo verso quell’obiettivo. Quest’estate ero davvero entusiasta di iniziare questa nuova avventura in una squadra giovane, quindi ho svolto la preparazione con una grande carica addosso. Credo di poter essere un buon punto di riferimento per le mie compagne: le più giovani hanno anche quattro o cinque anni meno di me, inoltre io sono qui da tanto. Finora abbiamo raccolto poco, ma dobbiamo lottare ed essere consapevoli del nostro potenziale».
LA CRESCITA. «Credo che la rottura del crociato mi abbia fatto crescere molto. Dopo sei mesi ho finito la fisioterapia e sono tornata con una voglia matta di giocare. Non ho avuto paura di rientrare, volevo solo giocare a calcio. Sembra strano da dire, ma paradossalmente per me è stato un bene farmi male: da allora ho iniziato a curarmi di più e a fare attenzione a tanti particolari».
IL RICORDO MIGLIORE. «Ho tanti bei ricordi, ma mi piace pensare alla prima volta in cui ho segnato dopo l’infortunio lo scorso anno. Stavamo già vincendo 4-0 e io segnai la quinta rete: non contava molto ai fini del risultato e di solito non si esulta molto quando è così, ma tutta la squadra mi corse incontro. Ancora oggi, quando ho dei momenti in cui sono un po’ giù, riguardo quel video per vedere le mie compagne e quanto ci tenevano. È stato davvero un bel momento».