Le dichiarazioni dell’ex centrocampista sul proprio passato in gialloblù e non solo
L’ex gialloblù Beniamino Vignola ha parlato a La Gazzetta dello Sport, toccando diversi argomenti tra i quali, ovviamente, anche dell’Hellas.
Di seguito, dunque, le sue principali dichiarazioni.
IL SOPRANNOME. «Da bambino ero milanista e mi ispiravo a Gianni Rivera. A Verona, dove sono nato e cresciuto, mi chiamavano il Rivera dell’Adige».
LA FATAL VERONA. «Mio padre lavorava al Bentegodi e io, da tesserato del vivaio, potevo entrare gratuitamente. Ricordo la Fatal Verona: grande prestazione di Franco Bergamaschi, un’ala di talento, tanto è vero che il Milan in estate lo acquistò. A fine partita in quanto milanista ero deluso, ma non troppo: da giocatore dei Giovanissimi gialloblù sentivo un certo orgoglio Hellas. E poi nel 1979 vissi da vicino lo scudetto della stella milanista: entrai in campo nel Verona che perse per 2-1 a San Siro (partita quasi decisiva a tre giornate dalla fine, ndr)».
TRA IERI E OGGI. «Mi piaceva molto Andrea Pirlo e anche Jorginho cattura la mia attenzione. Se giocassi ora, credo mi impiegherebbero più come regista davanti alla difesa che come mezzala con il numero 10. Adesso la velocità e la forza si impongono, la tecnica non è più il valore primario a meno di non essere Maradona o Messi. Allenato con i metodi attuali potrei giocarmela».