Il campione d’Italia 84/85 ha parlato ai microfoni del Corriere di Verona

Le buone prove? Alla fine contano i risultati. Questo il Volpati-pensiero sull’esonero di Eusebio Di Francesco e il conseguente arrivo sulla panchina dell’Hellas di Igor Tudor.

Di seguito, infatti, le principali dichiarazioni rilasciate al Corriere di Verona dal campione d’Italia 84/85.

IL CAMBIO. «Mi sa che alla fine doveva andare così, ma mi dispiace per Di Francesco. Purtroppo è arrivato dopo Juric e questo per lui è stato un guaio: penso che la squadra e l’ambiente abbiano avvertito una sorta di “vedovanza” che è risultata dannosa anche per il nuovo allenatore. Anche la cessione di Zaccagni, per quanto legittima in ottica bilancio, ha influito».

NESSUN ALIBI. «Speravo che l’onda lunga del lavoro di Juric si prolungasse sul nuovo Verona, invece i giocatori avevano in testa il gioco delle due ultime stagioni mentre Di Francesco aveva ovviamente altre idee. L’Hellas che poteva essere, in sostanza, non c’è mai stato. Le buone prove? Ciò che conta è che sono arrivate tre sconfitte e la sfortuna c’entra poco: ci sono stati errori, gol regalati e tutto quello che poteva andare storto l’ha fatto. Questo non è un alibi, ma una constatazione. Nel calcio gli episodi sono spesso determinanti e il Verona non ha avuto la forza di farli girare a proprio favore».

IL SOSTITUTO. «Su Tudor non posso dire molto avendolo seguito solo a Udine dove non è rimasto a lungo. Me lo ricordo però come un giocatore di personalità, grinta e carisma, e forse è questo che serve al Verona per raggiungere la salvezza».

OPERAZIONE RILANCIO. «A guidare il Verona devono essere i giocatori più esperti e quelli al Verona da più tempo: penso a Veloso e Faraoni, ma anche Ceccherini. Il resto toccherà a Tudor, anche se il debutto con la Roma di Mourinho sembra proibitivo. Da qualche parte, però, i punti bisognerà pur farli e muovere la classifica ora è di primaria importanza».