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Zaccagni: “Con Juric ho imparato a dare sempre il 100%”

Il centrocampista gialloblù, raggiunto dai microfoni di SportWeek, si è raccontato a tutto tondo

È un’intervista lunga e molto interessante quella concessa da Mattia Zaccagni ai colleghi di SportWeek: il centrocampista gialloblù ha infatti parlato di Juventus, Juric e di tantoi altro, ripercorrendo anche la lunga gavetta fatta di duro lavoro e Lega Pro.

Di seguito, dunque, le sue principali dichiarazioni.

UN ANNO DOPO. «L’anno scorso battemmo la Juventus in rimonta. Fu l’ultima partita in casa con il pubblico. Ogni volta che rivedo il video dell’esultanza post-rigore di Pazzini mi viene la pelle d’oca…».

INTELLIGENZA. «Juric ha più volte ripetuto anche davanti ai miei compagni di squadra che mi ritiene uno dei giocatori più intelligenti che abbia mai allenato, ma la cosa più che crearmi imbarazzo mi rende orgoglioso. Il meccanismo del mister è curato nei particolari, e io mi ci trovo bene. Il mio segreto? Dal punto di vista tattico sono sempre stato piuttosto bravo: apprendo le cose velocemente e già quando ero un bambino sapevo dove e come muovermi quando ero in campo».

IL MISTER. «Credo di aver conquistato Juric con la fantasia, gli assist e i movimenti. Il mister mi lascia libero di provare le giocate che mi vengono in mente. Lui comunque mi ha insegnato tanto, per esempio come rimanere sempre al 100%: in Serie A se scendi al 99% gli altri ti passano davanti».

CRESCITA COSTANTE. «Per arrivare qui ho fatto tanta fatica: ricordo per esempio che all’inizio non riuscivo a stare dietro agli allenamenti di Juric e seguivo una tabella personalizzata. Prima ancora ho fatto tanta gavetta, e mi è servita parecchio: al Venezia ho trovato Michele Serena, un allenatore che ha creduto in me e mi ha permesso di “farmi le ossa”. Dopo aver accumulato un p’ di esperienza non mi limito a “giocare”, ora “vivo” la partita, cercando di interpretarne le fasi per fare poi la giocata giusta. Se sapevo di essere forte? No, ma ci ho sempre creduto. Sono riuscito ad arrivare ad alti livelli e ora voglio rimanerci».

LE CARATTERISTICHE. «Chi dice che sono un giocatore che non ruba troppo l’occhio un po’ ci ha preso. Io comunque mi riconosco la capacità di saltare l’uomo per creare superiorità numerica, inoltre mi piace molto far segnare i compagni, soprattutto con assist “difficili”. Quest’anno, comunque, ho imparato che anche segnare non è così male…».

L’HELLAS. «Il segreto di questo Verona è, banalmente, l’allenamento: prima non davo peso al detto secondo cui il lavoro paga, ma ora ho capito che il rendimento in partita dipende da come ci si prepara in settimana».

IL MODELLO. «Il mio idolo è Del Piero: sono cresciuto con i suoi poster in cameretta. Tra i giocatori di oggi invece mi piace molto Modric».

VERONA. «Sono nato a Bellaria, una città di mare, ma non quest’ultimo non mi manca. Verona mi dà tutto, è la mia seconda casa».

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