Il neoacquisto gialloblù si è presentato ai suoi nuovi tifosi rispondendo alle domande dei giornalisti su Zoom

È stata una lunga conferenza stampa quella che ha visto Kevin Lasagna presentarsi ai tifosi gialloblù rispondendo alle domande dei giornalisti via Zoom.

Senza perdere tempo, andiamo quindi a vedere le sue principali dichiarazioni.

IL PRIMO IMPATTO. «L’ambientamento sta andando davvero molto bene, anche perché oltre a una squadra forte ho trovato un gruppo di ragazzi per bene. Mister Juric poi ha un approccio che mi piace e trasmette una mentalità importante. Ora ovviamente devo adattarmi a uno stile di gioco diverso da quello di Udine, anche se simile sotto certi aspetti. Gli allenamenti? Sapevo fossero molto intensi, ma viverli in prima persona è un’altra cosa. Il lavoro è duro, ma quando la domenica si arriva negli ultimi dieci minuti di gara e si corre più degli avversari si capisce che quanto fatto in settimana è davvero utile».

I NUOVI COMPAGNI. «Dalla televisione ho visto che qui c’erano grandi giocatori, quindi nessuno mi ha stupito particolarmente quando sono arrivato qui. Barak? Con lui c’è sempre stato un bel feeling sin dai tempi dell’Udinese e infatti ai tempi mi fece parecchi assist. Speriamo con il tempo di poter migliorare questa affinità che, comunque, un po’ si è vista già con la Roma».

LA TRATTATIVA. «Sono arrivato a Verona dopo poche settimane di trattative perché quando mi si è presentata l’opportunità ci ho pensato davvero poco. Per me Verona è un’opportunità che mi può portare molti benefici sia a livello di squadra che personali. Nel Verona vedo una squadra in continua crescita e molto ambiziosa, ed è per questo che ho deciso di firmare un lungo contratto senza neanche pensarci. Marino avrebbe voluto trattenermi? L’Udinese teneva fortemente a me, credo dunque che siano state dettate da questo. Sicuramente però il cambio di procuratore non è collegato al mio arrivo all’Hellas».

VERONA… E PROVINCIA. «Il mio viaggio per Verona inizia quando avevo dieci anni ed ero nelle giovanili del Chievo, poi ho girato molte squadre, sono andato a Cerea dove ho vissuto qualche difficoltà che però mi ha fatto crescere».

IL RUOLO. «Io sono una prima punta, ma posso fare benissimo anche la seconda e il mister mi sta provando in vari ruoli, anche insieme a Kalinic. Da mezzala non ho mai giocato, ma mai dire mai. Cosa posso dare con la mia velocità alla squadra? Credo di poter essere utile con l’attacco alla profondità perché è un buon modo per rompere le linee avversarie e favorire l’inserimento dei trequartisti».

LA NAZIONALE. «L’Italia è sempre nei miei obiettivi, ma per arrivarci dovrò fare molto bene per il Verona: se ci riuscirò, sarà più facile arrivare alla Nazionale e all’Europeo».

SFIDA DA EX. «Vedere l’Udinese da avversario è strano, ci pensavo in questi giorni guardando i video, ma sono pronto a giocare. Titolare o subentrato? È indifferente, darò tutto anche se il mister mi manderà in campo al 95′».

NUOVI STIMOLI. «Nelle ultime tre stagioni sono andato due volte in doppia cifra, ma quest’anno non ho cominciato bene. Spero che l’arrivo a Verona mi dia una svolta sotto l’aspetto mentale e nuovi stimoli per arrivare anche quest’anno ad almeno dieci gol».

LA ROMA. «Dopo la Roma ci siamo interrogati su cosa non sia andato per il verso giusto, ma credo che alla fine tutto vada fatto risalire a quei dieci minuti di sbandamento. Dopo aver preso il terzo gol, infatti, abbiamo reagito mettendo anche in difficoltà i nostri avversari».

LA TIFOSERIA. «In questi primi giorni a Verona ho già avvertito il calore dei tifosi sia sui social che per strada, il che mi ha ovviamente fatto molto piacere. Mi dispiace molto che non possano essere allo stadio perché da avversario ho visto cosa vuol dire giocare in un Bentegodi pieno e con la Curva Sud che spinge».

IL NUMERO. «Quando ho visto che il numero 15 era occupato, mi sono buttato sul 92, il mio anno di nascita. La 10? Non ci ho pensato…».