Il centrocampista ceco, raggiunto dai colleghi de L’Arena, ha toccato diversi argomenti interessanti
È un Antonin Barak a tutto tondo quello che si è raccontato ai giornalisti de L’Arena durante l’intervista comparsa quest’oggi sulle pagine del quotidiano scaligero.
Il ceco ai microfoni dei colleghi ha infatti parlato non solo di calcio giocato e di Verona, ma anche per esempio della propria famiglia e del calcio a porte chiuse: di seguito, dunque, le sue principali dichiarazioni.
L’OBIETTIVO. «Credo che questa squadra possa ancora migliorare per arrivare così a quaranta punti nel minor tempo possibile: il nostro obiettivo è la salvezze. E poi anche l’Europa, perché no?».
I COMPAGNI DI SQUADRA. «Sono felice per il gol di Kalinic: è un campione e ha giocato in grandi squadre, ma è un ragazzo umile, intelligente e che mantiene un profilo basso. Zaccagni è importantissimo nel nostro gioco: ha velocità e tecnica spaventose. Non ha punti deboli e si merita tutto quello che gli sta capitando. Un grande club? È un nazionale e nel calcio non si sa mai… Devo dire comunque che in generale sono contento di tutta la squadra: la nostra forza è il gruppo e tutti qui sono bravi e fondamentali».
L’HELLAS. «A Verona sto benissimo e mi diverto perché sono sempre al centro del gioco e tocco tantissimi palloni. C’è da correre e contrastare, ma anche inserirsi e tirare: spero di riuscire a segnare tanto, anche di testa e magari su punizione, ma sono contento anche di aiutare i compagni a fare gol. Il ruolo? Il mister mi schiera dove serve…».
IL MISTER. «Juric sa tirare fuori il meglio da ognuno di noi e mi piace perché parla sempre di concentrazione e applicazione. Ha ragione, prima di pretendere, bisogna dimostrare».
BOLOGNA. «Andremo al Dall’Ara per vincere, perché è questa la mentalità che ci ha trasmesso Juric sin dal primo giorno. Certo non sarà facile, anche perché loro soprattutto davanti hanno molta qualità».
LA FAMIGLIA. «A Verona io e la mia famiglia stiamo molto bene qui, e questo è ciò che conta: la mia mente è rivolta solo a loro e al Verona. Mia moglie Nikola poi è un’esperta di calcio: ci ha giocato e lavora per la UEFA. L’unica cosa che le vieto però è di giudicare le mie prestazioni (ride, ndr)! Divisi dal tifo? Sì: lei ha giocato dello Sparta Praga, io nello Slavia…».
LE PORTE CHIUSE. «Credo che le partite senza pubblico siano la più grande sconfitta per il calcio: speriamo che con i vaccini si risolva tutto e che all’Europeo ci possa essere la gente sugli spalti».