Il difensore gialloblù si è raccontato durante una delle consuete dirette Instagram di Hellas Channel
Poco più di una ventina di minuti, durante la quale si è parlato di quarantena, ripresa e non solo: tanto è durata la diretta Instagram di Hellas Channel che ha visto protagonista Bernardo Calabrese, giovane difensore della Primavera gialloblù.
Di seguito, infatti, le sue principali dichiarazioni.
LA QUARANTENA. «Restare chiusi in casa non è stato facile, ma mi sono tenuto abbastanza in forma grazie agli esercizi che ci mandava il nostro preparatore atletico. L’unico problema era la palla: quando abbiamo ripreso ad allenarci in campo abbiamo fatto un po’ di fatica, ma sinceramente pensavo sarebbe andata peggio».
LA RIPRESA. «Ora sono aggregato con altri ragazzi alla prima squadra, per la quale cerchiamo sempre di farci trovare pronti per dare una mano. È un’emozione incredibile: in fondo è a questo che ogni giocatore punta quando inizia a giocare. Dopo i primi giorni, comunque, l’emozione sparisce, ci si abitua e si cerca di mettersi in mostra perché non si sa mai cosa potrebbe accadere. Anche i “grandi” sono stati molto gentili con noi e ci hanno aiutato molto. Essere così tanti (sono quindici i Primavera aggregati al momento, ndr) poi aiuta, perché non ci si ritrova soli e spaesati in una situazione del tutto nuova. Gli allenamenti allo stadio? Anche da vuoto il Bentegodi regala una certa emozione…».
CORRENT. «Con mister Corrent ho un rapporto strepitoso, con lui mi sono trovato benissimo sin da subito e continuare questo percorso iniziato con l’Under 17 mi ha sicuramente aiutato. Speriamo di continuare così».
IL SOGNO. «Essere arrivato in Primavera è un grande onore e mi rende molto orgoglioso, ma io lavoro per arrivare ancora più distante per poi non avere poi rimpianti. L’obiettivo a breve termine è ovviamente quello di debuttare in Serie A con il Verona, per il resto non mi pongo limiti».
LA COPPA ITALIA. «La sfida contro la Roma è stata l’emblema di questa stagione, peccato essere stati fermati prima della finale. La mia esultanza rabbiosa dopo il primo gol all’andata? Era uno sfogo, una liberazione».
KUMBULLA. «Vedere dov’è arrivato Kumbulla dà la carica a me e a tutti i giocatori delle giovanili, perché sappiamo che fino a un paio di anni fa lui era come noi e invece adesso gioca in Serie A. Credo sia fonte di grande motivazione per tutti noi».