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Garella: “Cara Verona, mi hai viziato e non posso dimenticarti. Non torno per non commuovermi”

Il portierone dello Scudetto, dopo anni di silenzio, è tornato a parlare pubblicamente concedendo un’intervista a L’Arena

È uno dei più rappresentativi uomini dello Scudetto, ma anche al tempo stesso uno dei più “irrintracciabili”: in occasione del suo compleanno, Claudio Garella ha però voluto fare un’eccezione, concedendo un’intervista ai colleghi de L’Arena.

Di seguito, dunque, le sue principali dichiarazioni.

«Ho visto un po’ sul web i miei compagni, grandissimi. Io però non sono tecnologico. Sono più legato a Tricella perché da sempre libero e portiere devono avere un feeling particolare” racconta Garella, “poi ero in camera con lui fin dal campionato di serie B. Mi stressava con le imitazioni di Jerry Lewis, a lui piaceva un sacco. Il Trice aveva tempi d’attacco fenomenali. A metà campo eravamo sempre in superiorità numerica grazie a lui. E poi Bagnoli, un grande. Quell’anno, a parte con i giornalisti, con noi si arrabbiò soltanto una volta. Mi ricordo fu dopo lo zero a zero in casa con la Sampdoria. Loro avevano Mancini, Vierchowod e tanti altri campioni. Bagnoli entrò e chiuse lo spogliatoio e ci urlò dietro. «Lo capite che così mandiamo all’aria tutto? Questa era una partita da vincere». Con un altro allenatore ed un’altra società non avremmo mai vinto il titolo».

BAGNOLI. «Fanno piacere i complimenti del mister. Come sta? Mi dicono discretamente vista l’età. Sono felice. A Como non volevo giocare, Chantal era nata da pochi giorni e faceva fatica a respirare, era in rianimazione. Tutto il gruppo ed anche il mister, magari suo modo, mi scrollarono di dosso la negatività. Ricordo gli striscioni della curva gialloblù, brividi ancora oggi, furono unici. Ma che ambiente era quello? Fantastico. Giocai e fu uno zero a zero importante».

LA PARATA DELLA VITA. Il 28 aprile del 1985 Fontolan è squalificato e manca pure Briegel. Il Milan ha Virdis e Hateley e altri saltatori. «Non sono mai uscito così tanto in vita mia» ricorda Garellik, «quando Hateley colpì il pallone mi allungai con tutto me stesso e deviai con le unghie il pallone sul palo, con la palla che mi tornò in braccio. A volte sogno ancora quella parata, in quel gesto c’è tutto il mio scudetto. Il resto l’hanno fatto i miei compagni. Giocatori e uomini eccezionali».

INVENTÒ UNO STILE. «Andai a Roma a vent’anni nella Lazio post Pulici e scudetto. Scelta e tempi sbagliati. Meno male che arrivò la Samp e poi il Verona. A me è sempre piaciuto Diabolik, ne ho letti tanti. E a Verona Valentino Fioravanti mi diede quel soprannome. Paravo con tutto. Non avevo lo stile di Vieri o Bordon ma ero efficace. E sono orgoglioso di aver giocato bene e vinto con il Verona. E tutto sommato di aver lasciato un segno. E ancor di più mi inorgogliva la frase dell’avvocato Agnelli: «Garella è l’unico portiere che para senza mani». A Roma feci credo venti parate, alcune per i fotografi, altre decisive. Elkjaer e tutti gli altri ci facevano vincere, io cercavo di non prendere gol. In quel campionato la Juve non era quella dei 50 punti e noi fummo avvantaggiati dall’arrivo di Briegel ed Elkjaer».

ANEDDOTI. «A casa ho le Puma King di Diego Maradona, a lui ne regalavano a pacchi, a me meno. E poi io avevo il 45,5 di piede, lui il 38… Sono stato anche nel video della canzone, tutto sommato non è male. Non vengo a Verona perché non voglio commuovermi. Lì io e la mia famiglia siamo stati felici. Grazie a tutti, ancora oggi che non sono passati 35 giorni ma 35 anni».

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Scudetto 1984/1985
Scudetto 1984/1985
2 anni fa

La società Hellas Verona quando finirà la pandemia farebbe bella cosa omaggiarlo invitandolo prima fischio d’inizio partita a ricevere il saluto e il ringraziamento dei tifosi gialloblu

Marcello Gurrieri
Marcello Gurrieri
3 anni fa

Scusate. Ho fatto un piccolo lavoro in cui scrivo anche di lui. Conoscete un indirizzo e mail a cui possa inviarlo? Mi piacerebbe farglielo pervenire in qualche modo. Grazie. Marcello Gurrieri

Gaetano
Gaetano
3 anni fa

Garellik ,a Verona ti aspettiamo tutti a braccia aperte. Hai scritto la nostra storia e il cuore Hellas batte ancora per te. 19 Maggio 1985 sembra ieri.

Marco
Marco
3 anni fa

Ma anche fosse? È vietato commuoversi? Farebbe felici i tifosi e sarebbe un atto di riconoscenza da parte di entrambi

Stefano Dalla Valle
Stefano Dalla Valle
3 anni fa

Garella un numero 1 di maglia e di fatto…

Sebastiano Panozzo
Sebastiano Panozzo
3 anni fa

Garella sei unico

Giuseppe
Giuseppe
3 anni fa

Garellik, grande cuore gialloblù! ??

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