L’ex centrocampista e difensore gialloblù si è concesso ai microfoni de L’Arena tra passato e presente
Un autentico tuffo nel passato quello di Pierluigi Cera, il quale ai microfoni de L’Arena ha ripercorso alcune delle fasi più importanti della propria lunga carriera nel mondo del calcio, toccando tuttavia anche qualche argomento più “contemporaneo.
Andiamo quindi a vedere le principali dichiarazioni rilasciate dall’ex centrocampista e difensore ai colleghi del principale quotidiano scaligero.
RIVA ED ELKJAER. «Ho sentito Riva qualche giorno fa, e sta bene. Lui ed Elkjaer erano grandissimi campioni: Gigi era più completo, aveva anche il tiro e il colpo di testa, mentre Preben era più “contropiedista”».
BAGNOLI: «Da d.s. portai Bagnoli al Cesena (stagione 79/80, ndr): vincemmo il campionato di Serie B (stagione 80/81, ndr), e poi lui andò al Verona. “Zaso” (soprannome di Bagnoli, ndr) era imperturbabile, l’ho visto perdere la calma solo contro la Juventus, ma quell’occasione non fa testo (Cera fa probabilmente riferimento alla partita di Champions diretta dal tristemente noto signor Wurtz, ndr).
CERA E TRICELLA. «Al Verona ho fatto il centravanti, la mezzala e il terzino, poi a Cagliari l’allenatore Scopigno mi chiede di fare il libero: accettai, a patto di farlo a modo mio. Tricella rispetto a me si muoveva di più senza palla e aveva tempi eccezionali: avesse avuto un paio di anni in meno, avrebbe giocato in Nazionale molto più a lungo… Io invece amavo impostare l’azione: ricordo che Scirea mi lusingò portandomi come esempio».
L’HELLAS DI OGGI. «Ho visto spesso il Verona in TV: che campionato, ragazzi! Juric è preparato e furbo, e credo che, considerando la rosa a disposizione, abbia fatto giocare alla sua squadra il miglior calcio d’Italia. Mi piace molto la favola di Kumbulla, in Italia si dovrebbe puntare di più sui giovani come lui, e poi c’è Zaccagni: mamma mia che passi da gigante che ha fatto quel ragazzo! Lui è l’emblema di come si possa ancora fare calcio come ai miei tempi!».