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Lunedì nuovo vertice Lega-Aic per gli stipendi dei calciatori. C’è una doppia ipotesi

Niente pagamento dell’ingaggio di marzo oppure un “taglio proporzionale” in base a quanto percepito

Come riportato sull’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, quando le cose precipitano, tutti sono tenuti a fare la propria parte. Il ragionamento è ovviamente trasversale e stavolta i calciatori non ne sono immuni.

Nel calcolo dei danni su cui ragionano i presidenti un fattore consistente è costituito dagli ingaggi: l’operazione che vede impegnate le società (con l’aiuto di Deloitte, azienda di servizi di consulenza e revisione) è quella della stima dei mancati incassi. Allo stesso tempo continuano le uscite, o almeno dovrebbero: una delle idee riguarda la sospensione degli stipendi dei calciatori, che sul bilancio sono ovviamente una delle voci più incisive. Ognuno con i suoi numeri partecipa a un monte stipendi complessivo della A da 1,3 miliardi.

Per questo anche ai calciatori verrà chiesto di contribuire alla causa: l’idea fa parte di quel pacchetto di proposte di cui club e Figc già discutono. Al tavolo partecipa anche l’Aic, il sindacato di categoria che lunedì prossimo, nel terzo incontro dall’istituzione di un tavolo di lavoro specifico, riceverà un piano più dettagliato. È quanto hanno detto ieri il presidente e l’a.d. della Lega, Dal Pino e De Siervo, al numero uno dell’Aic Tommasi. Un piano non perfettamente delineato perché, anche in questo caso, saranno gli eventi legati all’emergenza sanitaria a dettare meglio le condizioni: dipenderà da quando, e se, si riprenderà a giocare.

Secondo la Rosea, oggi sul tavolo ci sarebbero due ipotesi. La prima riguarda una sospensione degli stipendi per il periodo di tempo non lavorato, che già permetterebbe ai club di tirare il fiato: lo stipendio di marzo da pagare entro i primi dieci giorni di aprile potrebbe essere in gran parte trattenuto. La seconda sarebbe invece quella di richiedere ai giocatori uno sconto proporzionale. Esempio: per chi guadagna fino a 100mila euro ci sarebbe un taglio differente da chi ne guadagna fino a 500mila, e differente ancora da chi riceve più di un milione all’anno e così via, fino ad arrivare a una decurtazione percentuale del 30% sugli ingaggi più onerosi.

Per quelli, al contrario, sotto i 50mila euro potrebbe intervenire la cassa integrazione o l’estensione di contratti di solidarietà. Se il governo non riconoscesse subito uno strumento legislativo valido, come succede in Francia, a intervenire sarebbero Lega e Figc. Servirebbe una linea comune, anche se non sono da escludere eventuali trattative singole tra club e rispettivi tesserati. L’Aic, soggetto politico, potrà dettare una linea ai suoi iscritti ma non imporre decisioni. I giocatori saranno tutti d’accordo? Non dimostrarsi disponibili in questa fase è difficile ma sulle modalità d’intervento potrebbero nascere delle incomprensioni.

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