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Pagliuca a L’Arena: “Che strano un Verona-Samp per la salvezza”

L’ex portierone blucerchiato ricorda bene quando le due squadre veleggiavano nelle zone alte della classifica

Dopo aver scambiato due chiacchiere sui “tempi d’oro” con Pierino Fanna, i colleghi de L’Arena hanno deciso di vedere il match di domani “dall’altra parte della barricata”, raggiungendo Gianluca Pagliuca, un altro dei grandi protagonisti del calcio italiano dei primi anni Novanta.

Di seguito, dunque, le principali dichiarazioni rilasciata dall’ex portierone blucerchiato ai colleghi del quotidiano scaligero.

I TEMPI CHE CAMBIANO. «Verona e Samp sono le due squadre “dell’ultimo miracolo”, arrivate in vetta sfidando l’impossibile. Dopo di noi non ci è riuscito nessuno. Fa strano vedere come oggi sia una sfida salvezza…».

LE CONTENDENTI. «La Sampdoria ha avuto un avvio di campionato molto difficile, ma ho fiducia in Di Francesco: è un buon allenatore e saprà risollevarli. Il Verona l’ho visto giocare contro il bologna, ed è partito bene. Juric porta corsa, lotta e carattere: se questo è l’Hellas, si salverà tranquillamente. Devo dire che però sono rimasto sorpreso dalla mancata conferma di Aglietti».

SIMBOLI GIALLOBLÙ… «Per me il mito resta “Garellik”: le sue parate, il modo di stare in campo… In campo invece mi ha sempre impegnato molto Adailton, anche se una volta sono riuscito a parargli un rigore (sulla ribattuta segnò Salvetti: era il campionato di Serie A 2000/2001, e il match in questione un Verona-Bologna terminato 5-4, ndr). Chiampan, Bagnoli e Fanna? Per quanto riguarda il presidente, allora c’era grande passione, oggi tanti ci sono tanti investitori esteri. Il mister me lo ricordo invece come una persona seria e di poche parole, che però riusciva a entrare nell’anima dei suoi giocatori. Un grande uomo che ha fatto grandi cose. Pierino invece era quasi a fine carriera quando lo incontrai io, ma rimaneva un giocatore fantastico e che per il suo valore avrebbe meritato di vincere di più».

… E SIMBOLI BLUCERCHIATI. «Vialli, Mancini, io, Cerezo, Mannini… La storia non si dimentica, il passato ritorna sempre, e credo sia la cosa più bella. Non dimenticare aiuta a non perdere la propria identità».

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