Lungo editoriale sull’edizione odierna del Corriere di Verona sulla questione societaria emersa nella giornata di ieri.
I personaggi:
Gianpiero Fiorani: banchiere, in passato già al centro di questioni giudiziarie e finanziarie (il crac di Parmalat e la scalata alla Banca Popolare di Lodi), è vicinissimo a Gabriele Volpi, patron de La Spezia calcio.
Gabriele Volpi: imprenditore, trasferitosi in Nigeria negli anni ’70, lavora nel settore petrolifero dagli anni Ottanta. Proprietario, oltre che de La Spezia Calcio, anche della Pro Recco Waterpolo e del HNK Rijeka.
Maurizio Setti: imprenditore e dirigente sportivo, è presidente dell’Hellas Verona dal 2012, quando ha rilevato la società da Giovanni Martinelli.
A settembre 2017 la Procura Federale della FIGC ha aperto un fascicolo d’inchiesta sulle quote di proprietà del Verona: secondo le indagini, infatti, alcune di queste sarebbero riconducibili proprio a Volpi. Secondo gli atti della Guardia di Finanza il Verona sarebbe stato rilevato dallo stesso Volpi per un credito insoluto da parte di Setti nei suoi confronti, ma non esistono documenti in merito: la società gialloblù risulta infatti di proprietà della Falco Investments SA., anonima lussemburghese. Il fascicolo è stato poi archiviato dalla Procura.
Setti ha negato con veemenza qualsiasi genere di rapporto economico tra le due parti, pur essendo molto amico di Volpi.
Lunedì, durante la cena natalizia dello Spezia, Fiorani (braccio destro di Volpi) ha preso la parola in merito, affermando che il patron dello Spezia avrebbe versato del denaro nelle casse del Verona, ma gli accordi presi con Setti non sarebbero stati rispettati, tanto da spingere le due parti a recarsi in tribunale.
Il Verona ha risposto duramente a queste illazioni, sottolinenando con un comunicato ufficiale di ieri come non vi siano contenziosi tra le parti e, nello specifico, non siano stati eseguiti investimenti da parte di Volpi o a lui associati verso la società gialloblù.
